L’Associazione
Arcobaleno per l’Acquacheta nasce nel 1985 a seguito di un Rainbow internazionale per
promuovere la tutela di questa valle nell’Appennino
Tosco-Romagnolo(blog.spot.arcobalenoperl’acquacheta), dove recentemente è stato
bloccato un impattante progetto di parco eolico industriale. (www.ariacheta.blogspot.com)
Attualmente
un gruppo di ragazzi con bambini sta acquistando 113 ettari,
ne rimangono
da acquistare 30 con boschi di faggio e castagni, pascoli e seminativi attorno
agli 800-900 metri s.l.m. Poi ci sono 18 ettari dentro al Parco Nazionale delle
Foreste Casentinesi che vorremmo acquistare collettivamente intestandoli
all’Associazione, per continuare l’impegno di salvaguardia del territorio.
(progetto di
Foresta Integrale, vedere blog dell’associazione)
Su questi
terreni stiamo stipulando un compromesso per rogitare l’anno prossimo (luglio
2013) ed avere il tempo di trovare persone interessate come noi a condividere
la vita in questa bellissima valle e anche persone che desiderano partecipare
al progetto contribuendo con una donazione.
Viviamo di
autosufficienza immersi nel bosco lontano da ogni fonte di inquinamento
(acustico, luminoso), non dipendiamo da nessun tipo di energia fossile e stiamo
cercando di creare una comunità forte e coesa nell’unico legame possibile,
quello con la Terra.
VI
ASPETTIAMO!
Comune di
S.Godenzo (FI) Statale 67 Firenze-Forlì
Km 135
girare per Valle dell’Acquacheta
Dopo 4 km di
sterrato, all’altro cartello per Acquacheta girare a sinistra e seguire
indicazioni per la Greta. Consigliato lasciare la macchina alla sbarra e
scendere a piedi per 3 km.
Per
contribuire al progetto:
POSTE PAY n 4023 6006
4007 1223 (intestata a Giuseppe
Paiocchi)
Causale Poggio Comune
tlf: 3406794251,
3478801251 (La Greta)
La Valle del torrente Acquacheta, nel
Comune di San Godenzo (FI), dallo spopolamento avvenuto negli anni cinquanta,
ha visto i suoi insediamenti, circa una trentina di nuclei di case sparse,
avviarsi verso un rapido decadimento, dovuto al totale abbandono.
I boschi, i campi e i pascoli inselvatichiti erano diventati
solo aree di raccolta (legname, castagne e funghi) e terreni di caccia per
utilizzatori non più abitanti nella valle. Solo verso la fine degli anni settanta
la bellezza di questi luoghi torna ad attrarre nuove forme di fruitori (dagli
escursionisti ai fungaioli, cacciatori,…) e una generazione di giovani che costituisce delle comuni
agricole, insediandosi sul territorio alla ricerca di un modo di vivere diverso
da quello proposto dai modelli consumistici.
Il Podere La Greta, oltre ad altri
insediamenti situati nel versante romagnolo, è stato risistemato (a partire dal
1982) da un gruppo di quei giovani; gli orti , i campi, i sentieri e le fonti
sono tornati a fornire le basi per una vita semplice e faticosa ma autonoma,
appagante e capace di futuro.
Oltre alla Greta altri insediamenti
sono stati riabitati negli ultimi dieci anni, mentre solo recentemente, altri
due poderi (Corniolo e Abetella) sono stati acquisiti da due nuclei di giovani
che hanno già iniziato a recuperarli, sebbene dei fabbricati originari non vi
siano che ruderi. La conoscenza
reciproca e la condivisione dei valori e dei progetti di vita, oltre alla
contiguità dei rispettivi terreni, ha permesso ai nuclei di costituirsi in
gruppo e sviluppare un progetto comune: la rinascita della valle, riabitarla,
nel massimo rispetto dell’integrità ecologica che la contraddistingue.
Le azioni proposte riguardano le
modalità di recupero dei fabbricati, dei terreni incolti e delle possibili
attività di servizio e di presidio del territorio che solo chi vive stabilmente
sul luogo può assicurare. Inoltre si propongono percorsi didattici soprattutto
orientati alle nuove generazioni come occasione di recupero di un rapporto più
profondo e diretto con l’ambiente naturale. Un capitolo è dedicato anche alla gestione collettiva di
nuovi terreni, in parte già acquisiti, situati nel Parco Nazionale delle
Foreste Casentinesi in località Poggio Comune, tramite l’Associazione
Arcobaleno per l’Acquacheta, e alla proposta di gestione e d’uso civico dei
terreni e fabbricati demaniali facenti parte del podere Pian di Sambuco.
Grazie
al contributo di alcuni amici, si è dato avvio alla raccolta fondi, per
l’acquisto collettivo delle terre di Poggio Comune.
Per
realizzare pienamente questo sogno di rinascita della Valle (in totale156
ettari) mancano da acquistare entro il 30 luglio un appezzamento di terra di
circa 30 ettari, ancora disponibile per nuovi insediamenti.
Abbiamo aperto una nuova carta, intestata al
presidente dell’Associazione anche per piccole donazioni (piccole gocce fanno
il mare..)
Gli obiettivi delineati, sebbene semplici e
raggiungibili, richiedono ovviamente un dialogo e un confronto con tutti gli
Enti territoriali dell’area e tutti coloro che vorranno offrire il loro
contributo; questo documento vuole essere un po’ la prima tappa del percorso.
Tutto ciò significa progettare ecologicamente il
futuro e agire sul territorio con una conoscenza locale e profonda di esso
insieme a un tale rispetto da cercare di prevedere gli effetti delle nostre
azioni da oggi a trecento anni.
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